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Visualizzazione dei post da 2014

Il fondo del barile

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S upponete di essere in viaggio per raggiungere una destinazione lontana e che il pieno di carburante vi basti giusto per arrivare alla meta, mentre in un serbatoio aggiuntivo tenete una scorta di carburate da utilizzare per viaggiare una volta raggiunta la destinazione, visto che lì non esistono distributori di benzina e che sarete nella necessità di dovervi muovere ancora per un po'. Supponiamo anche che a metà del viaggio vi accorgiate che con quello che vi rimane nel serbatoio voi non possiate raggiungere la meta. Vi rimarrebbero tre opzioni : rallentare, cercando di consumare meno e raggiungere comunque la meta impiegando più tempo; cercare un sistema per aggiungere benzina nel serbatoio in modo da poter continuare a viaggiare all'attuale velocità e raggiungere la meta; utilizzare la benzina del serbatoio aggiuntivo, non pensando al fatto che poi una volta alla meta non sarete più in grado di viaggiare. Sembra scontato, qualsiasi persona dotata di buon sens

Codice degli appalti e assetto della PA

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Il "Codice degli Appalti", cosí come normalmente è indicato il D.lgs 163/2006, detto anche "De Lise" in onore del suo principale estensore, il consigliere di Stato Pasquale De Lise , è un monumento, anzi IL monumento alla burocrazia italiana . 273 articoli , 38 allegati, suddiviso in 5 parti, 8 titoli, 22 sezioni e 16 capi che disegnano con precisione estrema, quasi maniacale, il procedimento che la PA deve seguire per acquisire un qualsiasi bene. La sua complessità (un codice commentato e arricchito con le varie sentenze consta di migliaia di pagine) e la visione che questa norma introduce in un ambito così fondamentale, hanno avuto ripercussioni pesantissime sull'intera PA italiana, tanto pesanti da tracciare un vero e proprio solco. La PA dopo il De Lise è un'altra e non sempre migliore. I numeri sono impressionanti: il codice è stato modificato da 51 norm e diverse e le relative 18 leggi di conversione; gli articoli hanno subito 592 modifi

And the winner is...

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Da quando abito lontano dal posto di lavoro ho preso l'abitudine di ascoltare la radio durante il tragitto casa-lavoro. Spesso sento Alessandro Milan a Radio 24 e mi diverto molto quando legge gli articoli più inutili apparsi sui giornali nel "concorso" la "la carta costa" oppure quelli che più fanno incazzare nella rubrica dal titolo "mani sul volante". Dovrei suggerire ad Alessandro Milan di istituire una rubrica ad hoc per noi povere vittime del legislatore italiano, sulla norma o articolo di legge più astruso o incomprensibile apparso in Gazzetta. In realtà anche la "Gazzetta Ufficiale costa"....caro Alesandro Milan, probabilmente molto più di quanto sia lecito immaginarsi. Per non parlare delle incazzature che certe letture provocano fra i poveri funzionari, altro che "mani sul volante", in macchina non andateci proprio ! Come esempio illuminante suggerirei il seguente comma 3 dell'art. 6 del Decreto Legge 1

Quale modello per lo sviluppo dell'infrastruttura a banda larga ?

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Ma in Italia chi sviluppa l'infrastruttura per la banda larga ? Ve lo siete mai chiesti ? A logica si dovrebbe pensare che l'onere di sviluppo della rete sia a carico dei gestori, in analogia a quanto avvenne per la telefonia e consapevoli anche dei ricavi che la loro posizione consente. Ma con il superamento del monopolio Telecom lo sviluppo della rete é rimasto contrattualmente scoperto con i risultati che tutti oggi vediamo, in particolare nelle zone di minor interesse economico per i gestori, ma non solo. Segnalo questo interessante articolo di Carlo Combini, Polo e Sassano in cui si analizza l'attuale ingarbugliatissima situazione e si cerca di capire quali sono le possibili soluzioni per uscirne. Quello che gli autori propongono é sostanzialmente questo : Prima di tutto, l’obiettivo: tra quelli delineati nella  Agenda digitale europea  riteniamo che sia prioritaria la copertura dell’intera popolazione con connessione ad almeno 30 Mbps , con una plura

Banda Larga: il caso del Comune di Bolzano

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O gnuno dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) ha posto grande enfasi nello sviluppo dei servizi di connettività, la cosiddetta banda larga. E in effetti l'Italia é un paese che per storiche mancanze ma anche per conformazione geologica si trova in fortissimo ritardo. Tutti hanno sottolineato come il recuperare questo Gap sia di fondamentale importanza, che l'assett é di quelli super-strategici e qualcuno ha addirittura calcolato quanti punti del mitico PIL perdiamo annualmente per effetto di questo difetto infrastrutturale. Ma poi, in sostanza, cosa é stato fatto per risolvere il problema ? A parte qualche tentativo di "esproprio legalizzato" a favore dei gestori (finanziaria 2008) gran poco. Penso che al di là di ogni dotta analisi sia utile, per afferrare il motivo alla base di questo problema, evidenziare il "caso" del Comune di Bolzano. Il Comune di Bolzano, anticipando i tempi in modo

L'ennesimo adempimento inutile di questo tristissimo paese

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Scade oggi il termine per le PA previsto da Agid (Agenzia per l'Italia digitale) per l'inoltro all'agenzia dell'elenco delle basi dati e delle applicazioni che le usano. Questo sito  spiega di cosa si tratta. Siamo di fronte all'ennesimo ridicolo (e pesante) adempimento a carico delle amministrazioni che davvero non ne possono più. Basta guardare quali sono i dati richiesti per rendersi conto che averli non serve a una beata f...(a un fico secco per non essere volgari). E pensate che non contenti chiedono questi dati persino alla scuole di ogni ordine e grado . A parte gli scherzi, le basi dati di interesse complessivo sono relativamente poche e Agid dovrebbe conoscerle. Non solo, se si volesse davvero pensare a interscambio si dovrebbe prevedere qualcosa di simile a quanto fatto dagli standard  INSPIRE  nel campo della cartografia digitale e dei sistemi geospaziali (magari semplificando un pochino), altrimenti si rimane nell'ambito della pura

Community Editions o Trial ? Verso un nuovo modello di business per l'OSS ?

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In realtà è sempre stato così, ma oggi i grandi produttori di software che hanno abbracciato l'open source sembrano intenzionati ad esplicitarlo in modo chiarissimo :  le versioni "Community" dei loro software non offrono nessuna garanzia per essere utilizzate in un ambiente di produzione, sono degli strumenti per mostrare, studiare e verificare nuove tecnologie. Questo trend è particolarmente evidente nel mondo degli Application server; ha iniziato IBM, ha seguito Oracle con l'annuncio della dismissione del supporto Enterprise per Glassfish. Ultimamente anche JBoss, con il lancio del prodotto Wildfly si é accodata, anche se in modo meno esplicito, al trend. Infatti anche Wildfly, al pari di Glassfish, non ha un supporto a pagamento, ma soprattutto, come specificato da Arun Gupta in questo Blog post  : WildFly would be appropriate only for development/evaluation/ contribution of new innovative features such as Java EE 7 in the upstream project Afferm